Il sapore amaro: il più apprezzato nella cucina italiana.
Si dice restare con l’amaro in bocca dopo una delusione o una sconfitta. Ma allora perché nella cucina italiana il sapore amaro è così apprezzato e così frequente? Scopriamo i liquori digestivi e gli amari italiani.
La cultura dell’amaro:
La grande varietà di flora combinata alla cultura delle erbe spontanee ha influenzato il gusto e la cucina italiana. Infatti, gli italiani rispetto ad altre popolazioni sono più abituati a questo sapore. La motivazione ha radici antiche. È il frutto della capacità di fondere la tradizione popolare e contadina, che doveva sfruttare al meglio le erbe selvatiche offerte dalla natura, con le abitudini alimentari dei più ricchi. Per esempio, gli antichi romani erano soliti consumare grandi quantità di verdure dal tipico gusto amaro: asparagi, carciofi, cardi, cicorie e radicchio. Così come anche le olive e le mandorle. Nonostante l’amaro si differenzi dal dolce o dal salato perché la sua percezione dipende dai recettori di ogni persona, in Italia è uno dei più amati.

L’amaro del carciofo è amato sia in cucina che nei liquori.
L’amaro in cucina:
La principale caratteristica dell’olio d’oliva e del caffè, due tipici prodotti italiani, è proprio l’amarezza. Nel Lazio troviamo tre varietà di olio d’oliva dal sapore particolarmente amaro: la Carboncella, il Frantoio e la Raja. Tutti e tre possiedono sentori di erbe aromatiche, mandorle amare e carciofo. Invece per il caffè, sappiamo che molte persone lo preferiscono senza zucchero, proprio per il suo sapore amaro. Da menzionare è anche il caffè di cicoria. Diventa famoso a partire dal dopoguerra e possiede proprietà antiossidanti e digestive. Poi c’è il Chinotto che è una bevanda analcolica famosissima in Italia. Deriva dall’utilizzo di questo agrume particolarmente amaro e il suo successo si deve alla capacità di smorzare la sete. E poi, perché non parlare delle tipiche Puntarelle romane? Sono i germogli della cicoria catalogna e solitamente si servono crude, accompagnate a una salsa fatta con aglio, alici, olio e sale.

La famosa bevanda Chinotto e il suo gusto amaro tipico
Cibi amari e salute:
Nella storia dell’umanità il sapore amaro ha sempre rappresentato il campanello d’allarme per riconoscere un cibo velenoso o pericoloso. Tuttavia, nella cucina italiana, la proprietà amara di un cibo era legata anche al concetto di salute e benessere. Infatti, le verdure più amare, come la cicoria, la rucola, la scarola, i carciofi o il radicchio, sono tra quelle che migliorano la digestione. E questo gli antichi romani lo sapevano bene! Sono anche fonte di molte vitamine e disintossicano il fegato. Non dimentichiamo i cari vecchi legumi: cicerchie, lupini e fave. Successivamente, nelle abbazie italiane, i monaci iniziarono a utilizzare le erbe spontanee non solo come medicinali e anestetici ma anche nella produzione di liquori. Alcuni sono giunti fino a noi.

L’insalata di rucola è ottima per la digestione.
La patria degli amari digestivi:
Non è un caso se nella tradizione italiana i liquori e gli amari sono così celebri. Dopotutto vengono apprezzati ancora oggi come ottimi digestivi. Di solito si mischiano al caffè a fine pasto, oppure si bevono assoluti. Ormai è diventata una vera e propria mania. Basti pensare alla moda dello Spritz. Uno dei più celebri aperitivi italiani che viene di solito servito con l’aggiunta di Aperol o Campari, entrambi dal tipico sapore amaro. Tuttavia, oggi lo Spritz viene servito spesso miscelato con amari o liquori digestivi al posto dei classici Aperol e Campari. Di seguito una lista degli amari più amati d’Italia:
– Cynar. Liquore a base di carciofo creato nel 1948.
– Vecchio Amaro del Capo. Ricetta calabrese da gustare ghiacciato.
– Fernet Branca. Amaro milanese composto da 27 erbe e spezie.
– Amaro Montenegro. Creato nel 1885 e composto da 40 diverse erbe aromatiche.
– Amaro Braulio. Di origine valtellinese, invecchiato in botti di rovere.
– Amaro Averna. Liquore amaro siciliano con note di miele, liquirizia, rosmarino e arancia amara.

Dopo il pasto il bicchierino di amaro digestivo non può mancare.
I liquori e gli amari più famosi del Lazio:
La differenza tra liquore e amaro sta nel metodo di produzione. L’amaro ha una quantità inferiore di zucchero, altrimenti che amaro è? Comunque, che si tratti di liquore o di amaro, la verità è che non possiamo proprio fare a meno di quel bicchierino a fine pasto. Anche nel Lazio l’offerta è ampia. Vediamo insieme quali sono gli amari e i liquori più famosi della regione!
– Liquore di Genziana. Ottenuto attraverso la macerazione della radice in alcol e vino e poi aromatizzata con chiodi di garofano e altre spezie.
– Sambuca romana. Liquore prodotto dalla distillazione dell’anice stellato e del finocchio, insieme a varie erbe naturali. Contiene anche estratti di fiore di sambuco.
– Liquore Nocino. Seppur non di origini laziali, il nocino è un liquore prodotto anche nel centro Italia. Si mettono a macerare i malli di noce in alcol e vino per almeno 40 giorni.
– Formidabile. È un liquore amaro nato a Roma negli ultimi anni. Viene ottenuto artigianalmente tramite la macerazione a freddo di piante aromatiche e officinali in alcol di grano.
Ora conoscete proprio tutto su questo particolare sapore. Dai, tutto sommato avere l’amaro in bocca non è poi così male, no?