Il Moscato, un vitigno conosciuto ma non troppo.
Un vino conosciuto in tutto il mondo, ma non tutti sanno che sarebbe meglio parlare di moscati. Il plurale è d’obbligo visto che ne esistono di varietà e tipologie diverse.
In Usa si festeggia addirittura il Moscato day! Si tratta infatti di un vitigno popolarissimo negli Stati Uniti. Si parla, da tempo, di una vera e propria mania. Addirittura, definito come il vino d’America, trova forse più ammiratori oltreoceano che in Patria. Ma forse non lo si conosce abbastanza.
Le famiglie dei moscati in Italia
Ne esistono principalmente tre famiglie: bianco, giallo e di Alessandria detto anche Zibibbo. L’origine di questi vitigni è molto antica, risalente prevalentemente alla massima espansione della Magna Grecia. Nei millenni le tipologie si sono adattate ai diversi territori generando diversi biotipi.
Moscato secco, dolce o spumante.
Grazie alle proprie caratteristiche di acidità e dolcezza, i moscati si prestano a vari tipi di vinificazione. Quindi danno vita a vini dolci, spumanti, fermi o mossi, come anche vini secchi. Di certo il contenuto zuccherino dei moscati li rende perfetti per la produzione di vini da dessert.
Il profumo affascinante del moscato.
I moscati sono dei vitigni intensamente aromatici. Per cui producono dei vini particolarmente profumati, con profumi primari, ossia che partono dall’uva stessa, già molto intensi. Che si combinano con profumi sviluppati dalla fermentazione e poi dall’affinamento. Evidente è sentore di muschio ed erbe officinali come la salvia. Di fatto, la parola moscato deriva dal latino muscum, che vuol dire, appunto, muschio. Unite a frutta matura, talvolta fico e albicocca come nel Moscatello selvatico o nei moscati di Siracusa e Noto. Salvia lavanda e scorza d’arancia candita nel Moscato di Terracina. Albicocca e nocciole, insieme a muschio e lavanda nei Moscati Gialli dei Colli Euganei. Nei passiti si può spesso trovare sentore di torroncino, frutta sciroppata, miele e datteri. In definitiva, si possono passare ore a godersi il profumo di un calice di moscato…
I moscati più famosi in Italia
Sicuramente il Moscato d’Asti è il più famoso dei moscati bianchi italiani, anche all’estero. Purtroppo, viene spesso classificato come un vino dolce spesso abbinato ai dolci delle feste e venduto per pochi euro. Quindi spesso viene etichettato come un vinello di poco conto. In realtà, al di là dei luoghi comuni, il vino da uve moscato è decisamente interessante, dipende sempre da come e chi lo produce. Si abbina meravigliosamente a dessert alla crema, torte di mele, crostate, pandori e panettoni alla frutta, dolci fritti.
Il Moscato Bianco
In Piemonte il moscato bianco è il vitigno a bacca bianca fra i più diffusi e dà vita alla DOCG Moscato d’Asti e di Canelli. E’ il vitigno per il Moscadello di Montalcino, in Toscana. In Sicilia per Il Moscato i Noto e Siracusa. In Puglia, la varietà Moscatello Selvatico, dà vita al Moscato di Trani. Un particolare clone di Moscato bianco, che si coltiva però solo nel Lazio è il Moscato di Terracina, che si vinifica secco, dolce o spumantizzato. Interessanti vini che spaziano dalle note fruttate a quelle iodate, dal miele alla mandorla, ottimi dall’antipasto al dessert.
Il Moscato Giallo
Si coltiva soprattutto in nord Italia, come in Trentino e Veneto. I vini prodotti in queste regioni sono ricchi di sapidità e, quindi, di vitalità. Mai troppo alcolici, offrono grande piacevolezza grazie al naso fruttato di agrumi e misto a fiori e piante officinali. Con il Moscato giallo (per almeno il 95%), si produce il meraviglioso Colli Euganei Fior d’Arancio, dal colore giallo paglierino, il profumo aromatico. Si produce fermo, spumante e passito, adatto anche all’invecchiamento. Si abbina a dolci a base di frutta, millefoglie alla crema e pasticceria secca.
Il Moscato di Alessandria
Si tratta dello Zibibbo, nome che indica sia la varietà di Moscato (di Alessandria), che il vino che con esso si produce. Ha origine molto antica, risalente ai commerci Arabi nel Mediterraneo. Come attesta la stessa parola zibib , che significa uva passa in arabo. Molto famoso quello di Pantelleria, solitamente prodotto in versione dolce con appassimento sulla pianta. Ci dà vini di grande intensità e lunghissima persistenza, profumati di frutta secca, scorza d’arancio, zagara e macchia mediterranea. Eccezionali con i dessert ma anche con i formaggi. Si possono considerare veri e propri vini da meditazione.
Il Moscato Rosa
Si coltiva soprattutto in Trentino-Alto Adige, ma si trova anche in Sicilia e in Emilia. Il nome deriva dal profumo floreale. Tuttavia, una certa concentrazione di pigmenti è presente, quindi può ricordare anche il colore. È conosciuto, infatti anche come Uva delle rose. Si tratta di un vino raro e pregiato perché la pianta è molto delicata. Il vino passito da Moscato Rosa, a volte attaccato dalla Muffa nobile, presenta un colore rosso brillante con profumo di frutti rossi e rosa. Molto elegante e seducente.
Il Moscato di Scanzo
Si tratta dell’unica tipologia a bacca nera che si coltiva da migliaia di anni nella bergamasca. Appassito e vinificato dolce dà origine al Moscato di Scanzo DOCG, un vino rosso dolce di grande eleganza. Profumato di miele di acacia e ciliegie al maraschino, rosa e salvia. Grandissima persistenza al gusto.
Come servirlo
È un vino che va servito, a seconda della tipologia, fra i 10-12°C. Si serve leggermente più freddo se frizzante. Il calice da scegliere è quello per i passiti per i dolci fermi, da vino bianco per il moscato secco, o la coppa di champagne per lo spumantizzato.
Come abbinare il moscato
Nella versione dolce passita, si abbina perfettamente a dessert di pasticceria lievitata come pandoro o panettone, oppure a formaggi stagionati soprattutto se erborinati. La versione dolce spumantizzata o mossa si abbina perfettamente con la pasticceria alla crema. Come anche alla torta sbrisolona, torta di ricotta. Imbattibile il moscato d’Asti con le zeppole di San Giuseppe. Il moscato rosa si abbina con successo anche al Tiramisù. Secco, si abbina con gli antipasti, soprattutto crostini burro e alici, frutti di mare, formaggi freschi e a media stagionatura.