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I vini del Lazio: storia, tipologia e territorio a due passi da Roma

Scopriamo il Lazio, una storia e un territorio sorprendenti, che regala grandi vini.

Se chiedessimo a chiunque quale regione produce i migliori vini d’Italia, raramente la risposta sarebbe il Lazio. Noi, che nel Lazio ci viviamo, e che troviamo il sapore di casa nei nostri vini, sappiamo che non è un’immagine totalmente veritiera. Tuttavia, bisogna riconoscerlo: da un passato di eccellenza, la produzione vinicola della regione ha vissuto una discesa qualitativa quasi inarrestabile. Almeno fino a tempi recenti, quando, grazie alla nuova consapevolezza su concetti come il Terroir, qualcosa sta cambiando. La riscoperta e la valorizzazione di vitigni autoctoni, unitamente alla rivalutazione di un terreno unico, hanno ridato slancio alla viticoltura laziale. Con grande gioia di produttori e consumatori.

volcanic soil latium region wine

Il territorio vulcanico della zona dei Castelli romani presenta laghi nelle bocche del vulcano estinto.

La Regione Lazio: una posizione strategica

Il Lazio, dunque, è una regione vitivinicola che, in questo momento vive un momento fortunato. Ma, come noto, non è stato sempre così. Sebbene la regione sia avvantaggiata da una posizione geografica e commerciale estremamente favorevole. Non dimentichiamo infatti, che il Lazio, è la regione della Capitale d’Italia, e occupa una posizione centrale nel Paese. La regione Lazio affaccia sul mare, ed è dotata dell’importante porto di Civitavecchia. Inoltre, è collegata con tutte le capitali del mondo da migliaia di linee aeree. Senza contare le strade, che, come si sa, portano (o partono) tutte qui. Eppure, tutti questi vantaggi non bastano ad agevolare il successo dei vini laziali.

ancient roman empire map

L’Impero romano raggiunse un’estensione impressionante, piantando vigne ovunque.

Roma caput vini

Anticamente però, la situazione era completamente diversa. E dunque, parliamo di Roma: della città antica che aveva fatto del vino il suo simbolo. Che, aveva raccolto l’eredità degli Etruschi e delle genti Italiche fondendole con le abilità importate dell’antica Grecia. La città che era partita alla conquista il mondo, piantando vigne al passo delle sue legioni. La Roma antica aveva ricoperto l’ Europa di vigneti, spingendo le coltivazioni, fino all’Inghilterra. Vino come alimento e consolazione, necessario alle legioni e alle libagioni. Più buono o meno buono, ma destinato a tutti. Come noto, stiamo parlando di vini molto diversi da quelli di oggi, spesso conciati o tagliati con miele, spezie, frutta o acqua al fine di mitigarne i difetti. Comunque l’attività era fervente, fino almeno al periodo di Domiziano. L’Imperatore nel 92 DC ordinò, infatti, l’espianto di quasi la metà dei vigneti all’interno dell’Impero romano. Così la viticoltura cade nell’oblio fino al medioevo.

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Le anfore romane per il trasporto del vino. Milioni di anfore per un alimento fondamentale

La viticoltura prima di Roma

Facciamo un passo indietro nel tempo. Come detto, già prima di Roma, i popoli stanziati nella parte settentrionale dell’odierno Lazio, producevano vino di ottima qualità. Nella Tuscia, dove la Toscana, l’Umbria e il Lazio si incontrano, già in epoca preromana troviamo tracce di cultura del vino. Dopo la sottomissione a Roma, l’attività vitivinicola esplose. Nella zona di Frascati, della campagna romana, come anche all’interno delle mura, si produceva vino in abbondanza. Si trattava di un vino destinato più che altro alle fasce basse della popolazione. Per molti secoli, infatti, i vini provenienti dalla Campania Felix o da alcune isole greche erano più graditi. 

italian wines - latium region rome

Senza il contributo dei Monaci e della Chiesa, la viticoltura sarebbe scomparsa per secoli

La Chiesa salva il vino, grazie ai monaci

Dobbiamo ai monaci, soprattutto Benedettini e Cistercensi, la protezione della vite e del know-how. Il ruolo della Chiesa è stato, infatti, decisivo e fondamentale. Nel medioevo insomma, nonostante invasioni barbariche, pestilenze e  carestie, il vino sopravvisse. Quello di Frascati e dei Castelli romani, in realtà, non era mai stato del tutto abbandonato, e risorse velocemente.  Anche se lo sviluppo fu molto lento, i vini di Frascati, vissero un periodo di fama eccezionale a fine Ottocento. Erano vini noti ed apprezzati in Inghilterra, piazza fondamentale del mercato de vino all’epoca. Si erano fatti notare soprattutto dagli stranieri in visita in Italia al tempo del Grand Tour. Purtroppo, questa rinascita durerà poco, dato l’arrivo della piaga della fillossera. L’afide che, come sappiamo distruggerà gran parte delle colture europee.

trattoria romana - wine in latium region

Il vino della casa: una tradizione romana che collegava la campagna alla città

La terza vita del vino laziale: la produzione di massa nel secondo dopoguerra

La terza vita della viticoltura laziale inizia nel dopoguerra, con l’arrivo, tuttavia, di vitigni internazionali più resistenti e produttivi. Questo porterà alla rinascita del settore dal punto di vista della produzione, ma non della qualità. Negli anni cinquanta, insomma, il Lazio vinicolo vivrà una fase quasi di industrializzazione, con larga diffusione del Cabernet Franc, Cabernet sauvignon e il Merlot. Il vino della zona, soprattutto dei Castelli romani inizierà ad invadere supermercati e trattorie. Un vino sempre più a buon mercato e sempre meno qualitativo. La reputazione dei vini laziali, ad un certo punto, sembrò essere compromessa per sempre. Per fortuna, ma soprattutto per l’impegno di tanti produttori più piccoli artigianali, le cose sono cambiate. E’ giunto il momento, in poche parole, di rendere giustizia a quello che è un territorio fra delle unicità incredibili.

Il vino del Lazio rinasce per la quarta volta: la riscoperta del territorio e delle sue potenzialità

Per comprendere i vini del Lazio è necessario , innanzitutto, conoscere la sua geografia. Il territorio laziale presenta diverse aree distinte, sia pianeggianti che collinari. A nord, confinante con la Toscana e l’Umbria, troviamo rilievi più alti, caratterizzati da suoli rocciosi e calcarei. Verso ovest, la regione si affaccia sul Mar Mediterraneo, garantendo un clima mite con minori variazioni termiche. Le zone collinari, invece, garantiscono maggiori e migliori escursioni termiche, per cui, negli ultimi anni, sono i territori più interessanti. La zona dei Castelli, con suoli vulcanici e posizione elevata, resta una delle zone più vocate alla viticoltura. Ad Est di Roma troviamo il regno del Cesanese con una tale diversità di suoli da determinarne le denominazioni. A sud di Roma la piana Pontina, regno dei vitigni internazionali. Per ultimo, i laghi vulcanici come Bolsena, Vico e Nemi, insieme ai corsi fluviali, creano microclimi unici.

Marco Carpineti cori latium wine - Courtesy of Gamberosso

I meravigliosi vigneti-labirinto di Marco Carpineti (courtesy of) su terreni collinari vicino Cori (LT)

I vitigni del Lazio

I vitigni del Lazio sono sia a bacca bianca che rossa, anche se prevalgono quelli a bacca bianca come la Malvasia di Candia e il Trebbiano toscano. Tra i vitigni autoctoni diffusi ci sono il Bellone, il Cacchione, il Bombino bianco e il Grechetto. Il Moscato di Terracina si fa notare per le sue peculiarità. Per quanto riguarda le uve a bacca rossa, il Cesanese è il protagonista indiscusso. Seguito dal Ciliegiolo, il Montepulciano, il Merlot, il Cabernet Sauvignon e il Barbera. La regione vanta 3 Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG) e 27 Denominazioni di Origine Controllata (DOC). Nella provincia di Frosinone si trova la DOCG Cesanese del Piglio. Il Cesanese del Piglio è un vino rosso secco laziale prodotto dall’uva autoctona Cesanese, insieme alle DOC Cesanese di Affile, Cesanese di Olevano Romano e Genazzano.

I vini dei Castelli romani

courtesy of Casale del Giglio - wines from latium_ the amazing vineyard of Biancolella on Ponza Island

Si coltiva la Biancolella sull’Isola di Ponza (LT). Courtesy of Casale del Giglio

Nella provincia di Roma, la zona dei Castelli Romani è rinomata per la produzione vinicola. Qui si trovano i prestigiosi vini bianchi DOCG derivati dall’uva Malvasia di Candia. Il Cannellino di Frascati e il Frascati Superiore, con la DOC Frascati. Tra le DOC della regione ci sono anche Castelli Romani, Zagarolo, Montecompatri, Colonna, Marino, Colli Albani, Colli Lanuvini e Velletri. La zona dei Castelli Romani si estende fino alla DOC Aprilia. Nella provincia di Viterbo, spiccano le DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, l’Aleatico di Gradoli (un vino da dessert) e il Vignanello. La provincia di Rieti vanta un’unica DOC, i Colli della Sabina.

Il sud della bonifica pontina: i vitigni internazionali e gli autoctoni

Più a sud troviamo la pianura pontina, strappata alla palude malarica ad inizio secolo scorso. Qui troviamo un terreno fertile ideale per la coltivazione di vitigni internazionali. Un terreno più sabbioso e più limoso. Mentre sulle colline del crinale dei monti Lepini che guarda verso sud troviamo la valorizzazione di vitigni unici. Vitigni bianchi autoctoni come il Bellone e il Bombino bianco e alcuni moscati particolari. Ma anche vitigni a bacca rossa come il Bombino nero, e il Nero Buono.

cesanese grapes - courtesy of casale della Ioria

Il Cesanese, un vitigno sotto le luci della ribalta. Courtesy of Casale della Ioria

Non solo bianchi: il Cesanese alla conquista del mondo.

Nella zona del Cesanese, le differenze nei territori si riflettono nelle diverse denominazioni DOC e DOCG. Sia l’area di Olevano Romano che quella di Piglio presentano varie tipologie di terreno, tra cui arenarie, scisti, pozzolana, suoli di origine vulcanica, argillosi, tufacei e con varie quantità di componenti calcaree. Le altitudini variano tra i 235 e i 550/600 metri sul livello del mare in entrambe le zone, mentre sono leggermente più elevate ad Affile. Le colline coltivate a vite sono riparate dal freddo proveniente dagli Appennini. Il clima è tipicamente mediterraneo, con benefiche brezze marine che favoriscono notevoli escursioni termiche. Il vitigno cesanese è molto sensibile alle condizioni pedoclimatiche. Produce risultati diversi a seconda del terreno, del microclima e dell’esposizione. Senza dimenticare che lo stile del produttore gioca un ruolo fondamentale.

merumalia wine selection frascati wines - courtesy of Merumalia

La selezione dei vini della zona di Colonna, Frascati. Courtesy of Merumalia, un’azienda agricola di famiglia.

In conclusione i vini nel Lazio

In conclusione, sebbene la produzione vitivinicola sia strettamente legata ai vitigni a bacca bianca, si osserva un aumento costante dei vini Rossi. Questo fenomeno è influenzato sia dai cambiamenti climatici, sia dalla necessità di valorizzare appieno il territorio. Il vino del Lazio è, dunque, in rapida crescita proprio perché, deve riscattarsi dal declino del passato. Tutto ciò sprona molti piccoli produttori a concentrarsi sulla zonazione. Tante sono le sperimentazioni con l’uso di botti e barrique, che si affiancano al tradizionale uso di acciaio.

Nel vino, come nella vita, insomma, le sfide portano sempre a superare i propri limiti e migliorare. Attendiamo quindi la quinta vita del vino laziale: fatta di successi e riconoscimenti.

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