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I Supertuscan: Bolgheri Sassicaia, Guidalberto, Le difese

Che cosa sono i vini Supertuscan? Scopriamo insieme i vini di Bolgheri: Sassicaia, Guidalberto, Le Difese

I vini Supertuscan sono forse più famosi all’estero che in Italia, almeno come appellativo.
Si tratta, in primis,  di un ventaglio di vini che si ispirano ai tagli bordolesi francesi. Tuttavia non esiste una vera e propria denominazione che li classifichi. Né è sufficiente che siano prodotti seguendo parametri specifici.
I Supertuscan si possono, infatti, realizzare con diversi vitigni oppure con monovitigni. Altresì in assemblaggio seguendo la classica arte francese. Non esiste una “ricetta”, insomma, né un disciplinare che stabilisca se un vino si possa o meno fregiare di tale aggettivo.

bolgheri Sassicaia Castagneto Carducci wine supertuscan

Chi decide dunque che un vino è un Supertuscan?

Per chiarire, Supertuscan può essere assimilato all’aggettivo VIP che viene attribuito alle persone cosiddette in vista. Nessuno può decidere da solo di essere una very important person, come nessun produttore può affermare di produrre un Supertuscan. E’ il popolo del vino, quindi, che deciderà questo e sarà allora che il costo della bottiglia volerà immediatamente verso le stelle. Come è stato per i Supertuscans italiani più famosi: Tignanello, Sassicaia, Ornellaia, Solaia di Antinori. Come anche per il Flaccianello della Pieve di Fontodi, il Fontalloro di Fèlsina, il Pergole Torte di Montevertine. Senza dimenticare il Cepparello di Isole e Olena e il Saffredi di Tenuta le Pupille.

Il primo Supertuscan: Il Sassicaia.

La storia di questa eccellenza inizia nel 1930. Quando la Marchesa Clarice della Gherardesca sposa il Marchese Mario Incisa della Rocchetta.
In dote al piemontese Incisa, la marchesina toscana porta  il feudo della Sassicaia a Bolgheri. La Sassicaia era una zona selvaggia e paludosa abbastanza incolta. Nonostante l’umidità del luogo, qualche anno dopo il matrimonio la coppia si trasferì a Bolgheri.
Il Marchese Incisa era, infatti, un amante della natura e apprezzava quel territorio selvaggio e indomito. Terre che non avevano stregato e incantato solo lui, ma anche il poeta Carducci, che di quelle zone aveva cantato la bellezza.

cabernet wine sassicaia supertuscan

I vini francesi come modello.

Mario Incisa della Rocchetta conosceva bene i vini piemontesi, e anche i vini di Bordeaux. I vini francesi infatti, erano all’epoca i migliori sulla piazza. Mario Incisa decise dunque di impiantare i Cabernet, sia Franc che Sauvignon nella zona di Castiglioncello, per produrre vino per il suo uso personale. Castiglioncello è una zona collinare che domina Bolgheri. Una zona fresca e ventilata, spazzata dal vento di ponente, che forse un po’ ricordava alcune condizioni climatiche bordolesi. Fin dal 1948 iniziò dunque la produzione del cosiddetto” vino della Sassicaia” nella Tenuta San Guido. Nello stesso periodo un altro piemontese, un tale Giacomo Tachis, tutt’altro che blasonato, anzi di umili origini, stava studiando i vini francesi a Bordeaux. Interessandosi soprattutto della microbiologia del vino, del controllo della temperatura e della fermentazione malolattica.

Quando i destini degli uomini giusti si intrecciano, possono nascere capolavori.

mario incisa della rocchetta sassicaia wine

Qualche anno dopo, il cugino di Incisa, Nicolò Antinori, propose a Mario di produrre vini non solo per il proprio  consumo, ma anche per la vendita. Gli presentò dunque il famoso “ragazzo talentuoso”, proprio quel Giacomo Tachis, che era l’enologo di Antinori. La collaborazione fra i due sembra fu tutt’altro che facile. Tachis, trovò una cantina piuttosto rustica, non troppo organizzata. Per produrre la prima edizione fu costretto a realizzare un taglio con vare annate, di cui la predominante era la ’68. La prima edizione del Sassicaia fu, pertanto, un assemblaggio di vini di diverse annate. Sarà dunque Antinori, anche se non direttamente sotto il suo marchio principale, a distribuire le prime 6000 bottiglie di Sassicaia. Con il contributo di Giacomo Tachis, Il Sassicaia divenne, anno dopo anno, un vino di riferimento. Dopo il 1971 si iniziò ad utilizzare le botti francesi.

Capolavori di portata rivoluzionaria

Il primo grande riconoscimento in sede internazionale arrivò nel 1975 a Londra. In quella sede il Sassicaia brillò in mezzo ai vari Cabernet internazionali come una Cenerentola al ballo.
Dalla fine degli anni ‘80 il figlio di Mario, Nicolò prese in mano l’azienda. Sotto la direzione di Nicolò l’azienda crebbe e imponendosi sulla scena mondiale, con i suoi vini di classe. Insieme a Tachis è stato coautore di quel capolavoro di grande annata che è la 1985 di Sassicaia che è diventata un’icona. Vincendo su tutti i grandi cabernet del mondo. Un punto di svolta non solo per il Sassicaia, ma per tutta l’immagine del vino italiano all’estero.

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IL Sassicaia del XXI secolo.

Priscilla Incisa della Rocchetta Sassicaia wineIl Sassicaia è stato definito il miglior vino al mondo. E’ successo nel 2015 e 2016 due annate consecutive per 100/100. Nessun altro vino è riuscito in questa impresa.
Questo vino vanta anche un ulteriore primato, si tratta di uno dei pochissimi vini singoli che hanno determinato la nascita di una zona vitivinicola.
Come è noto le denominazioni di Origine Controllata sono state attribuite in Italia dagli anni sessanta. Per Bolgheri bisogna aspettare il 1994 per la DOC. Per poi arrivare alla denominazione specifica Bolgheri Sassicaia DOC del 2013. Uno dei pochissimi casi, in altre parole, in cui un vino diventa la denominazione di sé stesso.
Negli ultimi anni Priscilla Incisa della Rocchetta è entrata a tirare le redini della Sassicaia. Un’altra donna del vino che si inserisce splendidamente in un mondo al maschile.

Il Sassicaia, com’è?

Le uve utilizzate sono il Cabernet Sauvignon, per l’80% e il Cabernet Franc per il 20%. Il vino matura in barrique per 18 mesi. Il Colore è rubino con qualche nota granata, non troppo compatto rispetto ad altri Supertuscan. Al naso è di grande eleganza, la complessità olfattiva è affascinante. Profuma di piccoli frutti rossi, nota di arancia rossa, resine, macchia mediterranea. Al palato varia, ovviamente a seconda dell’età. Struttura, acidità, tannini giovani ma non aggressivi ci fanno capire che questo vino matura splendidamente. Si può dunque, gustare giovane come nel tempo. Si tratta, sempre, di un vino di estrema eleganza, che presenta sempre tannini integrati, freschezza ed equilibrio. Può essere, dunque, a pieno titolo un vino da meditazione. Ma si presta all’abbinamento con piatti di grande struttura a base di cinghiale o anatra, faraona o selvaggina. Formaggi molto stagionati o primi piatti ricchi di condimento.

guidalberto guido al tasso sassicaia wine supertuscan

Il secondogenito: Guidalberto

Dal 2000 il Sassicaia è stato affiancato da un altro vino che è il Guidalberto. Il nome rimanda a Guidalberto della Gherardesca, antenato del conte Incisa. Nasce da uve Cabernet sauvignon 60%  e Merlot per il 40%. Anche se le proporzioni non sono mai fisse ma dipendono dalla freschezza della stagione. Invecchia in barrique 15 mesi. Il colore è decisamente bordolese, rubino intenso con un tocco violaceo. Al naso prevalgono piccoli frutti rossi e note speziate, macchia mediterranea. Al gusto presenta una nota tannica significativa. Grandi piatti di carne, sughi al cinghiale, selvaggina, grandi formaggi si sposano perfettamente con questo vino
Rispetto al fratello maggiore che merita di attendere il trascorrere del tempo. Guidalberto nasce infatti, proprio per essere consumato prima del Sassicaia.

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Il terzo: Le Difese

Nel 2002 nasce Le difese, sempre della Tenuta San Guido, 70% Cabernet Sauvignon e 30% Sangiovese. Il colore è rosso rubino, fruttato al naso di ciliegia e mirtillo. Presenta una leggera speziatura dovuta all’uso del legno, che non è mai troppo spinta. Infatti, si utilizzano botti di secondo e terzo passaggio. Al gusto la tannicità del cabernet viene compensata benissimo dalla freschezza del sangiovese Regalandoci un vino molto vivace. Le difese è un Toscana IGT , piacevolissimo pur non essendo estremamente complesso. Un vino diverso dagli altri, più fresco, più facile sia per costo che per abbinamento a tavola. Primi piatti, lasagna, grigliate sono i compagni ideali in abbinamento.

Si tratta di vini italiani di eccellenza. Non per tutte le tasche sicuramente, soprattutto per il Sassicaia. Certamente da provare però, almeno una volta nella vita.