
In Italia festeggiamo la Festa del Papà il 19 marzo.
Questa ricorrenza celebra dunque, una delle figure di riferimento più importanti. Si mangiano bignè, zeppole di San Giuseppe e frittelle dolci.
La data scelta è il 19 Marzo che è anche il giorno dedicato a San Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Come facile immaginare, la Chiesa Cattolica ha contribuito molto al diffondersi di questa festa.
San Giuseppe è, dunque, il protettore dei padri di famiglia dal 1871. Ma, il Santo aveva già la sua festa dedicata, già dal 1400. Ovviamente anche altri paesi celebrano i papà nella stessa data. Come Spagna e Portogallo, paesi tradizionalmente cattolici.
La Festa del Papà nel mondo
Sembra, comunque, che il successo commerciale della Festa del Papà, si debba agli Stati Uniti. In particolare alla vita parrocchiale di una piccola comunità protestante. Infatti, negli Stati Uniti la Festa del Papà si celebra in giugno, mese del compleanno di Papà Dodd. Ossia un membro di una famiglia in vista in quella comunità. Dunque, fra maggio e giugno si festeggia in altri paesi europei, dalla Romania alla Danimarca. Maggio è anche il mese per Cina e Sudafrica.
Anche in Russia si festeggia ma in febbraio.
In Svizzera la Festa del Papà è addirittura una ricorrenza ufficiale. In definitiva, si tratta di una festività civile a tutti gli effetti. Come lo era in Italia, fino al 1976.
Come si celebra la Festa del papà in Italia
Nella tradizione cattolica, dunque, si dà grande risalto al ruolo svolto dal padre putativo di Gesù. Un ruolo di protezione e di sostegno che è proprio della figura paterna. In tutte le regioni d’Italia si festeggia con modalità e, ovviamente, con ricette diverse. Anche in questo caso, infatti, la celebrazione non può essere disgiunta dalla condivisione gastronomica. I dolci fritti sono i grandi protagonisti della festa di San Giuseppe.
Nel Sud Italia la festa è, decisamente, molto sentita. Si festeggia pubblicamente con fuochi e falò. Il rito del fuoco è legato alla tradizione contadina che nell’inizio di primavera celebra il rinnovamento. San Giuseppe incarna, infatti, anche i valori di tradizione artigiana e contadina.
Per tradizione i bambini delle elementari preparano un lavoretto. Ossia una creazione artigianale, un disegno o un collage di materiali diversi da regalare al proprio papà.
I bignè di San Giuseppe a Roma
A Roma il dolce grande protagonista è il bignè di San Giuseppe. Un dolce che assume, dunque, il nome stesso del Santo.
Tradizionalmente si tratta di bignè fritti, ma possono essere preparati anche al forno.
La pasta che si utilizza per preparare i bignè di San Giuseppe è una classica pasta choix.
Successivamente ripiena di crema pasticcera e spolverata di zucchero a velo.
La ricetta del bignè di San Giuseppe
Per preparare i bignè di San Giuseppe bisogna creare prima uno sciroppo di zucchero. Unire il burro e farlo sciogliere a fuoco lento. Unire successivamente la farina mescolando energicamente. Bisogna formare un impasto solido che rimesso poi sul fuoco per un paio di minuti. Quando l’impasto è freddo, si può iniziare a lavorare con un’impastatrice aggiungendo le uova una alla volta. L’impasto deve risultare liscio e omogeneo per poterlo trasferire in sac à poche. Con quest’ultima infatti si andranno a formare i bignè. Per ultimo, dopo cotti, vanno decorati con la crema.
Sono spettacolari!
- 190 ml Acqua
- 75 g Burro
- 110 g Farina 00
- 3 Uova (medie)
- 10 g Zucchero
- 1 pizzico di Sale
- q.b. Olio di semi di arachide (per friggere)
- 700 gr di crema pasticcera (circa)
- q.b. Zucchero a velo (per la guarnizione)
Dove mangiare i migliori bignè o zeppole di San Giuseppe a Roma
Non potete non assaggiarli. Se non avete voglia di farli in casa, recatevi in una delle migliori pasticcerie della Capitale. Ecco la lista delle nostre preferite:
- Ghimenti – Via Edoardo Jenner (Monteverde nuovo)
- Pasticceria Regoli – Via dello Statuto 60 (Esquilino)
- Gruè – Viale Regina Margherita (Trieste)
- Forno Roscioli – Via dei Chiavari
Anche in Sicilia festeggiano con questa ricetta. Chiamano le frittelle Sfince. Vista la quantità di pasticcerie siciliane a Roma posiamo segnalare:
- D’Agnino – Via Vittorio Emanuele Orlando, 75 (Repubblica)
- Pasticceria Siciliana – Via Cipro, 93 (Prati)
- I Pupi siciliani – Via Jenner, 57 (Monteverde nuovo)
- LLoder – Via Girolamo Benzoni, 15 (Ostiense)
Bignè di San Giuseppe VS zeppole di San Giuseppe
Questo è un derby che vale la pena di gustare! La differenza non risiede tanto sul sapore, quanto sulla forma e origine della ricetta. A differenza dei bignè, le zeppole hanno una forma più schiacciata e la crema è posta nel centro sopra la pasta. La decorazione solitamente è una amarena sciroppata o un frutto rosso. Al contrario i bignè sono ripieni di crema solo al loro interno. Esternamente, invece, sono semplicemente spolverizzati di zucchero a velo. Fortunatamente o sfortunatamente per chi è a dieta, nelle pasticcerie si trovano entrambi le versioni. In altre parole, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Quando mangiare bignè e zeppole di San Giuseppe e cosa bere
Il momento migliore per mangiare le zeppole o i bignè di san Giuseppe è, dunque, il 19 marzo.
Dopo pranzo insieme ai propri cari. In questo caso mi raccomando, niente errori. Si gustano in abbinamento ad un buon caffè oppure con del vino dolce o demi-sec.
Il Moscato d’asti, in versione dolce, quindi, presenta profumi ricchissimi fruttati e floreali. Che si sposano perfettamente con l’aromaticità della crema pasticcera. La leggera frizzantezza aiuta a rimuovere la grassezza del dolce fritto. La mineralità e freschezza del vino bilancia altresì le componenti dolci della ricetta. Fidatevi, si tratta di uno dei migliori abbinamenti possibili.
Se cercate qualcosa di più di nicchia, provate invece, una Malvasia di Bosa.