Il vino in Italia: come si legge l’etichetta del vino
L’etichetta è la prima immagine che una bottiglia di vino mette in mostra. Scopriamo come leggerla.
Iniziamo col dire che dietro l’estetica si nasconde, spesso, un messaggio del produttore e della sua filosofia, che vale la pena conoscere. Le informazioni parlano invece della nascita e delle caratteristiche del vino. L’etichetta, per una bottiglia di vino, è, insomma, come la carta d’identità per una persona. Si tratta di una serie di informazioni di fondamentale importanza. Non solo per l’immagine della bottiglia, ma, soprattutto, per tutte le indicazioni che contiene. Ovviamente, la prima nota che attrae la nostra attenzione è il nome del vino, che, in genere è, anche l’informazione meno indicativa. Spesso, infatti si tratta del nome di fantasia che il produttore ha scelto per la sua bottiglia. Altre volte si tratta del nome del vino, soprattutto quando si tratta di vini DOC o DOCG che vogliono essere immediatamente riconosciuti.
Le informazioni sulle etichette del vino
Oltre al nome del vino, l’etichetta indica, dunque, la denominazione d’origine se c’è, , spesso il vitigno utilizzato. Infine, l’annata di produzione (per i vini fermi). Troviamo il nome del produttore, il grado alcolico presunto, il volume in termini di quantità della bottiglia. Ci sono inoltre delle informazioni cautelative della salute pubblica, che vanno inserite per legge: contiene solfiti e sconsigliato alle donne in gravidanza. L’organizzazione delle informazioni è una scelta personale dell’azienda produttrice, o di chi ne cura l’immagine. Potremmo trovare molte informazioni sia nell’etichetta fronte. Di solito l’etichetta frontale ricopre un ruolo estetico, di presentazione e di marketing, mentre, l’etichetta sul retro contiene più informazioni tecniche. Ma non c’è una regola precisa in merito.
DOC e DOCG nel vino italiano
In Italia siamo facilitati nell’individuare le etichette DOC e DOCG, dalla fascetta del Monopolio di Stato. La fascetta si trova sul collo della bottiglia, di colore azzurro per le DOC e rosa per le DOCG. Ricordiamo brevemente che le denominazioni di origine controllata e quelle di origine controllata e garantita rientrano, entrambe, nella normativa europea DOP. Tuttavia anche l’Italia, come altri paesi, ha voluto mantenere la vecchia nomenclatura sulle bottiglie. Un vino ottiene la DOC se proviene da zone riconosciute come tipiche (IGT) con qualità e caratteristiche attribuibili a zone specifiche, ed è necessario che un certo numero di produttori siano coinvolti. La DOCG viene riconosciuta a vini DOC, ritenuti di un certo pregio e caratteristiche specifiche, prodotta da un certo numero di produttori.
Le sottozone del vino
I vini DOC come quelli a DOCG possono distinguersi per la coltivazione delle uve su suoli particolari. Secondo il concetto di zonazione o CRU. Le caratteristiche uniche e distintive che dalla zona si trasferiscono al vino e lo rendono identificabile si riassumono nella menzione della sottozona. La menzione della sottozona quindi indica una particolare espressione di uno o più vitigni su suoli diversi. Le sottozone sono molto importanti per il consumatore attento, soprattutto quando si parla di particolari territori, come il Barolo ad esempio. La qualità ed anche il prezzo di un vino potranno, infatti, variare moltissimo a seconda della menzione.
Riserva o Superiore: le menzioni speciali
Queste diciture, se presenti, parlano molto del vino contenuto nella bottiglia e si riferiscono all’affinamento. Anche se non è molto semplice orientarsi, infatti variano da vino a vino a seconda delle regole del disciplinare. La menzione Superiore fa riferimento, generalmente, ad una gradazione alcolica specifica che il vino deve raggiungere. Oppure alla necessità che il vino venga prodotto secondo tecniche di affinamento particolari. La menzione Riserva, invece, si riferisce all’invecchiamento, che è più lungo rispetto a quello “classico” di quella stessa tipologia di vino. L’attribuzione delle suddette denominazioni può, in definitiva, voler indicare cose diverse, da vino a vino, secondo il disciplinare. Per semplicità, il consumatore può intuire che un vino riserva o superiore, offra, comunque differenze positive rispetto alla versione base dello stesso vino.
L’annata di un vino
La menzione relativa all’annata, è una informazione importantissima per una bottiglia di vino. La vintage parla dell’età della bottiglia, quindi offre un’idea dell’evoluzione del vino stesso. Parla anche dell’annata in termini climatici. Conosciamo infatti, il passato ed è interessante valutare come un vino evolva a partire dalle condizioni climatiche. L’età di un vino si valuta, anche per capire se è il momento adatto o meno per stappare una bottiglia di vino. Come noto, le bottiglie di vino spumantizzato, solitamente non riportano la vintage. Solitamente i vini spumantizzati nascono da blend di vini di annate diverse, infatti. A meno che non si stia parlando di un Millesimato, in questo caso, troveremo l’annata in etichetta.
Le informazioni non obbligatorie sulle etichette di vino
Non sempre si trova la dicitura relativa alla varietà, o alle varietà di uve, utilizzate per produrre il vino. In Italia la si indica spesso in etichetta, al fine di valorizzare i vitigni, soprattutto quelli autoctoni. Per legge, tuttavia, non è obbligatorio indicarla. Altresì , non è obbligatorio indicare l’altitudine dei vigneti, la loro esposizione o la storia della cantina. Tantomeno gli abbinamenti ideali con le pietanze a tavola. Tuttavia, la fantasia e il gusto di ogni produttore si devono esprimere liberamente anche in questo. Quindi tenetevi pronti a leggere di tutto su alcune etichette di vino. Alcuni amano così tanto raccontare il proprio vino, che lo spazio sarebbe sempre insufficiente. Perciò, ma anche per le informazioni obbligatorie – sempre più numerose – notiamo spesso la presenza di un Qr code. Questo codice che si apre inquadrandolo con la camera dello smartphone rimanda alla scheda tecnica del vino.
Il vino biologico in etichetta
La parola biologico fa riferimento soprattutto a uve non geneticamente modificate e veleni tipo diserbanti o pesticidi. L’anidride solforosa può essere usata ma in misura minore rispetto alla produzione degli altri vini. Altrimenti il prodotto non è biologico e non può fregiarsi del logo dell’Unione Europea. Per essere biologico un vino viene sottoposto ad un ferreo controllo, da un organismo preposto. Vanno indicate per legge, il luogo di produzione e preparazione. le materie prime agricole che sono state usate e le diciture Agricoltura UE o Agricoltura non UE o Agricoltura UE/non UE a seconda del luogo di provenienza.
Le etichette dei vini naturali
Libero sfogo alla fantasia per i produttori di vini naturali. Le cui etichette fanno spesso sfoggio di minimalistici illustrazioni e fantasiosi nomi. Le stilizzazioni a volte sono tratte da disegni dei figli o nipoti dei proprietari, ma anche da artisti. Le indicazioni riportate sulle etichette di vini naturali sono molto diverse. Possono escludere, ad esempio, l’indicazione dell’annata. Solitamente i vini naturali mirano ad una produzione libera dai prodotti chimici o sintetici. I fertilizzanti sono naturali e i solfiti utilizzati nella produzione, ridotti al minimo. Non si vuole controllare la fermentazione, né i lieviti che la innescano. Non esiste ancora una normativa vera e propria, per cui sull’etichetta potremmo leggere di tutto (o anche niente).
I vini biodinamici in etichetta
Il vino biodinamico, che nasce dalla visione del mondo Steineriana, è indicato, solitamente, dal simbolo Demeter. Il vino biodinamico proviene da un vigneto e una cantina organizzati e gestiti secondo dei principi olistici. Che prevedono l’uso di humus naturale preparato in un certo modo, e il rispetto delle fasi lunari e astronomiche. No assoluto ai composti chimici e alle chiarifiche aggressive. Anche qui non esiste ancora una legge che inquadri questi prodotti in un codice normativo.
Le etichette in conclusione
Scegliere un vino dall’estetica dell’etichetta è come scegliere un libro dalla copertina. Anche se, solitamente, un po’ di informazioni, si leggono anche nella scelta di un libro. Ma a volte no, e la sorpresa potrebbe anche essere più interessante. A mio avviso conoscere è potere, quindi meglio informarsi prima. Senza, tuttavia perdere il piacere della scoperta. Per questo motivo, abbiamo creato un evento creativo per le aziende, feste di compleanno e persone creative. Etichette di vino è un workshop dedicato alla creazione di una etichetta partendo dall’assaggio del vino, alla creazione grafica. Contattaci per partecipare.