Festival del carciofo Romanesco a Portico d’Ottavia
Sapevate che per la prima volta dal 6 all’ 8 aprile 2022 a Roma si terrà il Festival Romanesco del Carciofo? Ebbene sì una tre giorni dedicata al carciofo, il Re delle verdure romane. Direttamente nel cuore del quartiere Ebraico di Roma, a Portico d’Ottavia.
Il festival del carciofo Romanesco
Quest’anno, si aggiungono alle celebrazioni tre giorni di festeggiamenti. Dal 6 all’8 aprile, tutti i ristoranti del Ghetto Ebraico di Roma, si uniscono per offrire il loro omaggio a sua maestà il carciofo romanesco.
Offrendo un menù degustazione che mostrerà le svariate e molteplici declinazioni del carciofo in ricette gustose di eccezionale pregio. Dal carciofo alla romana, al carciofo alla giudia, dall’insalata di carciofi a quelli dorati fritti.
Il Ghetto ebraico di Roma porterà in trionfo il carciofo, soprattutto il romanesco. Si tratta di una varietà diversa dalle altre, come si evince dalla stessa forma.
I turisti e la cucina giudaico-romanesca.
Da anni Gourmetaly offre ai turisti in visita a Roma assaggi del carciofo alla giudia, nello stop al Ghetto ebraico. Tuttavia, in estate, quando il carciofo romanesco è fuori stagione, per onestà, preferiamo offrire altre specialità fritte, come i fiori di zucca.
Nel cuore della stagione, al contrario, ampio spazio a questo vegetale dalle mille proprietà, vanto della tradizione gastronomica romana. I nostri preferiti? La Taverna del Ghetto, Ba Ghetto Milky e Sora Margherita.
Senza dimenticare la fantastica esperienza della cooking class nel ghetto ebraico, dove ci si può immergere nella tradizione gastronomica dei piatti della tradizione.
Il carciofo e la sua storia.
Il carciofo è una vegetale che, fin dall’antichità si è diffusa sia per le sue proprietà medicinali che come alimento. La sua comparsa a Roma non mette d’accordo tutti gli studiosi di botanica. Alcuni sostengono sia giunto in Europa solamente nel medioevo, grazie agli Arabi. Altri sostengono che risalga addirittura agli antichi Egizi, visto che il nome carciofo si assimila alla parola Kharshuf (cardo spinoso).
Naturalmente ne troviamo traccia nel grande trattato naturalistico di Plinio il Vecchio, Naturalis Historia.
Nel De re rustica, Columella indica come terra di origine dei carciofi è la Sicilia , regione nella quale venivano chiamati cynara.
La nomenclatura botanica ufficiale ancora utilizza il termine cynara per chiamare i carciofi. Non ne troviamo più traccia negli scritti fino al Medioevo. Dopo di che lo ritroviamo nelle collezioni di ricette del rinascimento. Pastellati e fritti, ossia cucinati con migliore maestria, anche i carciofi ebbero il loro rinascimento.
Caterina de Medici e l’indigestione di carciofi
La consacrazione del carciofo come benefico cibo avverrà comunque grazie a Caterina de Medici. Rampolla della importante famiglia De’ Medici, sposa del Re di Francia, caterina è passata alla storia per aver innovato le abitudini a tavola di mezza Europa. Dalla degustazione del gelato a fine pasto, all’uso delle tovaglie e forchette a tavola, fino all’introduzione della coltivazione del carciofo in Francia. Leggendaria in negativo, fu però la sua storica indigestione di carciofi, con conseguenze imbarazzanti.
Dalla carciofolata a sagra del carciofo
A Roma il successo del carciofo diventò un vero e proprio culto durante il rinascimento, quando la stagione iniziava a marzo e dava il via alla carciofolata. La carciofolata era una sagra che si teneva nei mercati cittadini e che prevedeva allegre libagioni nei rioni di Roma. Dal secondo dopoguerra il carciofo, coltivato prevalentemente nella zona di Ladispoli, torna ad essere una star. La carciofolata diventa nel 1950 la sagra del carciofo che, tutt’ora si svolge a Ladispoli. Il successo della prima edizione fu talmente grande da rendere il carciofo famoso in tutto il nord Italia, veicolando un flusso eno-gastronomico di importanza vitale. Quest’anno si terrà per quattro fine settimana, dal 17 marzo al 10 aprile.
Carciofo e vino: l’abbinamento difficile
Ricco di ferro, decisamente amarognolo, il carciofo rende molto difficile l’abbinamento con il vino. Tuttavia esistono dei vini che reggono la sfida. Il carciofo alla romana, cucinato con aglio e mentuccia romana, si abbina meglio con un bianco di corpo medio, preferibilmente abboccato. Quindi un bianco come il Moscato di Terracina oppure un Capena DOC abboccato. Per gli amanti del rosso, la vita è ancor più difficile, per via dei tannini, la cui astringenza può rinforzare le caratteristiche amarognole del vegetale. Tuttavia, un vino che risulta gradevole anche con questo difficile abbinamento è il Falerno del massico rosso.
Per il carciofo alla giudia, fritto nell’olio, un vino bianco leggermente mosso dona freschezza al palato a base di trebbiano giallo e malvasia. Quelli dell’area di Frascati offrono, dunque un buon abbinamento, anche dal punto di vista regionale.
Quali sono le virtù medicamentose del carciofo?
Al di là della leggenda che ne fa un potente afrodisiaco, a tutti è noto che il carciofo contenga molto ferro. Possiede delle proprietà antidepressive ed energetiche. Stimolano l’appetito per cui sono considerati aperitivi. La cinarina contenuta nelle foglie svolge un’azione antitossica e depurativa del fegato. Si tratta inoltre di un ottimo diuretico, ricco di vitamine A e B. il consumo è però sconsigliato a chi soffre di calcoli biliari o a donne in allattamento.
Come per tanti gustosi alimenti, è bene goderne in stagione, ma non abusarne.