La colazione all’Italiana: dalla nonna, al bar o da Starbucks?
La colazione è uno dei pasti principali della giornata. Quante volte abbiamo sentito citare questa frase? All’italiana, come vuole la tradizione della nonna, veloce al bar o nelle caffetterie di grandi brand americani, ognuno può scegliere il proprio stile.
Le nostre nonne ci tenevano in modo particolare. Una abbondante colazione era per loro di particolare importanza per affrontare la giornata. Pane burro e marmellata, latte e orzo oppure cioccolato. Caffellatte e biscotti o torta fatta in casa, sono stati, per secoli, la colazione degli italiani. Quasi tutti abbiamo detto addio alle genuine colazioni della nonna negli anni Ottanta. I nuovi stili di vita, reclamizzati da persuasivi spot televisivi, inneggianti a merendine e biscotti industriali, hanno fatto il resto. Poi arrivarono le mode oltreoceano, i cereali da colazione e il tutto fast, sempre a discapito della qualità nutrizionale. Fino a giungere alla morte della colazione casalinga: la tazzina di caffè al volo, per poi far colazione al bar. Che, tuttavia, è anche un irrinunciabile rito sociale.
Alla scoperta del caffè
Si tratta della bevanda del risveglio per eccellenza. Per tanti, infatti, compreso chi scrive, è quasi impossibile affrontare la giornata senza un caffè. Questo affascinante prodotto è in realtà, un estratto ottenuto dalla polvere di un seme, che porta il suo stesso nome. Una bevanda mediorientale di antichissime origini che iniziò a diffondersi in Europa solo dal Seicento. Sembra che si debba ai commercianti veneziani la principale responsabilità dell’introduzione del caffè. Inizialmente consumato come medicinale digestivo per poi affermarsi, lentamente, come bevanda. Così nacquero le botteghe del caffè, alcune delle quali, ancora resistono nel tempo, come il Caffè Florian a Venezia, Il Caffè Greco a Roma, il Gilli a Firenze, il Cova a Milano e il Gambrinus a Napoli.
Le caffetterie storiche e quelle moderne
I bar caffetteria divennero non solo locali di intrattenimento e ristoro, ma dei veri e propri luoghi e circoli culturali. Frequentati dall’alta società e dalla borghesia, da intellettuali e artisti, i Caffè vissero la loro stagione d’oro fra il Settecento e il Novecento. Non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei, e addirittura in America. È una gustosa curiosità che la prima e più importante caffetteria Newyorkese, il Tontine Coffee House divenne la sede originale della Borsa di New York. Proprio perché la caffetteria era diventata un luogo di incontro dei businessmen e scambio di affari. In Italia esistono migliaia se non milioni di caffetterie. Luoghi dove essenzialmente si consuma, velocemente caffè espresso e cappuccino, si fa colazione oppure si mangia un pranzo veloce.
E alla fine Starbucks ha aperto anche a Roma
In America la caffetteria è un locale ibrido, che offre una varietà di prodotti e servizi immensa. La cui clientela vede l’uomo d’affari che si prende una pausa accanto allo studente, che con il suo tablet staziona per ore utilizzando la rete wi-fi. Il modello Starbucks che tanto affascina gli esterofili italiani approda alla fine anche a Roma. Se ne è parlato per anni. Convinti assolutamente della superiorità della caffetteria italiana, in tanti avrebbero scommesso sull’impossibilità della realizzazione del progetto. Al contrario, non solo Starbucks ha aperto, a pochi passi da Montecitorio, ma è stato preso d’assalto da italiani e stranieri. Per gli italiani, infatti, rappresenta uno stile di vita cosmopolita e cool. Per gli stranieri, che spesso non apprezzano il nostro espresso, un modo per trovare la loro home far from home. E allora, al via anche nella Capitale a caffè americani e Cappuccini King sized.
Il cappuccino italiano
Il cappuccino è un prodotto della caffetteria italiana base di caffè espresso e latte fresco intero. Deve essere preparato in modo specifico con 2,5 cl di caffè espresso e 10-15 cl di latte fresco montato a crema. Si serve rigorosamente in una tazza di porcellana da 200cl. Per prepararlo alla perfezione occorrono ore di allenamento e precisione. Non tutti sanno che esiste una temperatura ufficiale alla quale deve essere montato il latte che varia fra 55 e 60 gradi al massimo. Chiedere un cappuccino bollente al bar è, ovviamente, possibile e si viene accontentati. Tuttavia, non è consigliabile, il latte eccessivamente caldo, infatti, si lega alla caffeina rendendo il cappuccino alquanto indigesto. Ultima nota, sempre più richiesto è il latte speciale, da quello delattosato a quello di origine vegetale, come quello di soia o di mandorla.
La colazione fuori casa
I nutrizionisti sono quasi tutti d’accordo: proteine, pochi zuccheri e carboidrati semplici, magari frutta sarebbero le migliori opzioni. E una grande parte della popolazione segue queste indicazioni, abbracciando compulsivamente una nuova dieta ogni sei mesi. Ogni tanto qualche ingrediente viene demonizzato, a volte è lo zucchero, a volte i carboidrati in generale, altre i grassi. Nonostante questo, la colazione italiana preferita in assoluto dalla maggioranza dei nostri connazionali avviene fuori casa e si concretizza nel cappuccino e cornetto.
Cappuccino si! ma solo entro le 10.00 del mattino
Il cappuccino può, senza dubbio annoverarsi fra uno dei comfort foods italiani. Famoso in tutto il mondo e bevuto a tutte le ore in quasi tutti i paesi del mondo eccetto che a Roma. La tradizione vuole, infatti, che a Roma il cappuccino si beva solo entro le 10 del mattino. L’origine di questa abitudine è sconosciuta. Anche se esistono delle ipotesi molto interessanti in materia, di cui parleremo più avanti. Come anche sconosciuti sono l’inventore della bevanda e il suo battesimo.
Chi ha inventato il cappuccino
Chiaramente, come nella migliore delle tradizioni, la nascita del cappuccino è avvolta da mistero e leggende. Una delle più famose riguarda il beato Marco d’Aviano, un frate cappuccino che aveva partecipato alla battaglia di Vienna del 1683. Questo monaco aveva assaggiato per la prima volta il caffè nella bottega di Georg Michaeolowitz. Quest’ultimo aveva preparato una bevanda con il caffè che era stato lasciato dai turchi in rotta all’alba della loro sconfitta. Il monaco, trovando il caffè troppo amaro, lo aveva allungato con il latte inventando, appunto, il cappuccino. Un’altra leggenda lo lega sempre ai monaci, riferendosi al colore della tonaca o, addirittura, alla chierica. Nessuna di queste leggende trova però un fondamento storico, per cui possiamo scegliere quella che preferiamo.
Cappuccino e cornetto connubio perfetto
Come qualcuno saprà, l’episodio della fine dell’assedio Ottomano alla città di Vienna sancisce anche la nascita del cornetto. Ossia la pasta lievitata con una forma particolare che era stata preparata proprio per celebrare la vittoria contro la mezzaluna, simbolo degli ottomani. Curiosamente, dunque, sia il cappuccino che il cornetto fanno riferimento a leggende risalenti allo stesso periodo storico.
E se volessi trovare la colazione della nonna al bar?
Non stupitevi di questa idea. Anzi sappiate che esiste già a Roma una meravigliosa caffetteria che offre nel proprio menù la possibilità di richiederla. Caffè preparato con la famosa macchinetta del caffè, la moka, pane e ricotta, e frutta fresca. Stiamo parlando del nuovo nato di Raimondo Ricci: Emporio Sant’Eustachio, in Via della Maddalena, zona Pantheon a Roma.
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